Hai mai pensato a quanta energia ci vuole per parlare con un chatbot come ChatGPT? O per farci trovare le risposte che cerchiamo su internet in pochi secondi? La comodità e la velocità dell’informazione digitale hanno un costo nascosto in termini di consumo energetico e impatto ambientale.
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Qual è il prezzo ambientale della comodità digitale?
Dietro le quinte di internet, ci sono enormi “cervelli” digitali chiamati data center, veri motori delle nostre comodità quotidiane. Ogni clic, ogni risposta lampo dell’IA, nasconde un consumo energetico impressionante, quasi pari a quello di una piccola nazione! È un po’ il prezzo da pagare per avere tutto subito, ma la velocità e la praticità che ci offrono sollevano una questione controversa: siamo pronti a gestire l’appetito insaziabile di questi giganti?
In molti paesi, soprattutto quelli più tecnologici, i data center stanno mettendo a dura prova la rete elettrica. Prendiamo l’Irlanda, per esempio: lì, i data center consumano una fetta enorme dell’energia prodotta. E questo pone delle domande importanti sulla sostenibilità del nostro stile di vita digitale.
Quanto consuma ChatGPT?
Il consumo energetico di ChatGPT varia a seconda della fase operativa. Durante l’addestramento, modelli come GPT-3 hanno richiesto circa 1.287 megawattora (MWh) di energia, equivalenti al consumo annuo di 120 abitazioni americane
Nella fase di inferenza, ovvero quando ChatGPT genera risposte agli utenti, il consumo per singola richiesta è più contenuto. Per GPT-3, ogni risposta utilizza circa 0,0003 chilowattora (kWh) di energia, mentre per GPT-4 il consumo è stimato intorno a 0,0005 kWh per risposta
Sebbene questi valori possano sembrare esigui, l’elevato numero di interazioni giornaliere amplifica significativamente il consumo complessivo. Ad esempio, si stima che ChatGPT utilizzi circa 564 MWh di energia al giorno durante la fase di inferenza, equivalenti al consumo energetico annuale di circa 52 abitazioni americane
Inoltre, l’uso di ChatGPT comporta anche un consumo idrico. Per generare un’email di 100 parole, il processo può richiedere in media circa 519 millilitri d’acqua, utilizzata principalmente per il raffreddamento dei data center
Questi dati evidenziano l’importanza di considerare l’impatto ambientale associato all’uso diffuso di modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT.
Ma non tutto è perduto! Le grandi aziende tecnologiche stanno cercando soluzioni per rendere i data center più “verdi”. Pensano a usare fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o nucleare, per alimentare i loro sistemi. Inoltre, stanno lavorando per rendere i software più efficienti, in modo da consumare meno energia. È fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione e sostenibilità, per garantire un futuro migliore per tutti noi e per il nostro pianeta.
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